
Aura, la ragazza tornata dalla luce che oggi aiuta gli altri a ritrovare sé stessi
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18/04/2025 | lorenzotiezzi
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Aura, la ragazza tornata dalla luce che oggi aiuta gli altri a ritrovare sé stessi
C'è chi scopre il proprio destino leggendo un libro, e chi lo incontra tra le corsie di un ospedale. Aura aveva sedici anni quando la vita ha deciso di metterla alla prova. Una partita a rugby come tante, un colpo alla testa, poi il buio. Quello vero. Ricoverata per accertamenti, i medici scoprono qualcosa che nessuno si sarebbe aspettato... una massa nel cervello, grande quanto una pallina da golf, a sette centimetri di profondità.
L'intervento è immediato. In un'ora, Aura si ritrova su un letto d'ospedale in fin di vita, pronta a entrare in sala operatoria. Dieci ore di anestesia generale. Dieci ore in cui, racconta lei, "ho lasciato per un momento il mio corpo". Non sa se chiamarlo sogno, allucinazione, viaggio astrale o esperienza mistica. Sa solo che ha visto la sala dall'alto, come se l'anima avesse fatto un passo indietro per osservare il suo corpo. Ha vissuto per un momento dentro una luce, ha sentito una forza superiore.
"Non sapevo se era un gioco della mente o qualcosa di più potente", dice oggi. Ma da quel momento, qualcosa è cambiato. Al risveglio, il miracolo. Nessuna riabilitazione. Nessuna fatica a camminare, a parlare. Aura da quel momento si sente diversa. Più leggera, ma anche più sensibile. Come se qualcosa dentro di lei si fosse sbloccato. Da quel giorno Aura vive connessa con l'anima di chi la circonda e sembra vedere un futuro lontano.
Da quel giorno, racconta, percepisce le emozioni delle persone, le loro vibrazioni più sottili. "Mi capita di sapere cosa prova qualcuno ancora prima che parli. Come se il suo dolore fosse anche mio. Come se sentissi la loro anima."
La scienza ha avuto un ruolo nel salvarla. Ma il suo cuore le dice che c'è stato qualcosa di più. Un disegno, un destino. E da quel momento ha sentito un bisogno profondo di restituire speranza alle persone con la connessione umana.
Aura non si definisce speciale. È una ragazza che ha toccato con mano cosa vuol dire perdere tutto e poi rinascere. Ha scelto di seguire le vie dell'anima, della spiritualità, degli angeli. E ha trasformato la sua sensibilità in uno strumento per aiutare gli altri a ritrovarsi, a migliorare la loro situazione sentimentale, a comprendersi meglio.
"Non so se quello che ho vissuto è stato reale o solo un gioco del cervello. Ma so che ha cambiato tutto. E che oggi sento che c'è qualcuno là fuori che aspetta una parola, una luce, una risposta alle proprie domande".
La storia di Aura è quella di chi ha toccato il fondo e ha scoperto un dono.
"Da quel momento mi sento connessa con gli altri", racconta spesso. Aura non promette miracoli. Ma ascolta. Accoglie. E, a modo suo, accende piccole lanterne nel buio di chi cerca risposte. Forse non tutti ci credono. Ma chi ha parlato con lei, difficilmente dimentica. Perché Aura non parla solo con la voce. Aura sente l'anima e dà risposte.
C'è chi scopre il proprio destino leggendo un libro, e chi lo incontra tra le corsie di un ospedale. Aura aveva sedici anni quando la vita ha deciso di metterla alla prova. Una partita a rugby come tante, un colpo alla testa, poi il buio. Quello vero. Ricoverata per accertamenti, i medici scoprono qualcosa che nessuno si sarebbe aspettato... una massa nel cervello, grande quanto una pallina da golf, a sette centimetri di profondità.
L'intervento è immediato. In un'ora, Aura si ritrova su un letto d'ospedale in fin di vita, pronta a entrare in sala operatoria. Dieci ore di anestesia generale. Dieci ore in cui, racconta lei, "ho lasciato per un momento il mio corpo". Non sa se chiamarlo sogno, allucinazione, viaggio astrale o esperienza mistica. Sa solo che ha visto la sala dall'alto, come se l'anima avesse fatto un passo indietro per osservare il suo corpo. Ha vissuto per un momento dentro una luce, ha sentito una forza superiore.
"Non sapevo se era un gioco della mente o qualcosa di più potente", dice oggi. Ma da quel momento, qualcosa è cambiato. Al risveglio, il miracolo. Nessuna riabilitazione. Nessuna fatica a camminare, a parlare. Aura da quel momento si sente diversa. Più leggera, ma anche più sensibile. Come se qualcosa dentro di lei si fosse sbloccato. Da quel giorno Aura vive connessa con l'anima di chi la circonda e sembra vedere un futuro lontano.
Da quel giorno, racconta, percepisce le emozioni delle persone, le loro vibrazioni più sottili. "Mi capita di sapere cosa prova qualcuno ancora prima che parli. Come se il suo dolore fosse anche mio. Come se sentissi la loro anima."
La scienza ha avuto un ruolo nel salvarla. Ma il suo cuore le dice che c'è stato qualcosa di più. Un disegno, un destino. E da quel momento ha sentito un bisogno profondo di restituire speranza alle persone con la connessione umana.
Aura non si definisce speciale. È una ragazza che ha toccato con mano cosa vuol dire perdere tutto e poi rinascere. Ha scelto di seguire le vie dell'anima, della spiritualità, degli angeli. E ha trasformato la sua sensibilità in uno strumento per aiutare gli altri a ritrovarsi, a migliorare la loro situazione sentimentale, a comprendersi meglio.
"Non so se quello che ho vissuto è stato reale o solo un gioco del cervello. Ma so che ha cambiato tutto. E che oggi sento che c'è qualcuno là fuori che aspetta una parola, una luce, una risposta alle proprie domande".
La storia di Aura è quella di chi ha toccato il fondo e ha scoperto un dono.
"Da quel momento mi sento connessa con gli altri", racconta spesso. Aura non promette miracoli. Ma ascolta. Accoglie. E, a modo suo, accende piccole lanterne nel buio di chi cerca risposte. Forse non tutti ci credono. Ma chi ha parlato con lei, difficilmente dimentica. Perché Aura non parla solo con la voce. Aura sente l'anima e dà risposte.
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